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CHIRURGIA ORTOPEDICA

DEL PIEDE E DELLA CAVIGLIA

Come per tutte le articolazioni dell’arto inferiore, anche per il piede e per la caviglia un eccessivo peso corporeo o anche un eccessivo utilizzo possono determinare una precoce degenerazione sia delle strutture osteo-cartilaginee che di quelle tendinee e capsulo-legamentose. Si configurano quindi progressivi quadri di deformità artrosica, spesso accompagnati da alterazione dei rapporti articolari. 

Patologie del piede

Le alterazioni a carico del piede vanno sempre inquadrate nell’ambito dello sviluppo di tutto l’arto inferiore. Esempio di frequente presentazione clinica è l’associazione di un alluce valgo ad un piede piatto-pronato, o anche la fascite plantare, comunemente conosciuta come “spina calcaneale”, ad una retrazione del polpaccio ed un piede cavo. Un esempio tipico di associazione di queste deformità durante l’accrescimento è il piede piatto del bambino associato alle ginocchia valghe o a problematiche di allineamento rotuleo. Le correzioni di tali deformità vanno ben inquadrate a livello eziologico, e ben bilanciate a livello chirurgico, tenendo sempre presente quella che è l’estrema correlazione tra le strutture del piede.

Le patologie più comuni

  • Alluce valgo-Alluce rigido
  • Metatarsalgie e deformità delle dita
  • Neuroma di Morton
  • Piede Piatto del bambino 
  • Piede piatto dell’adulto
  • Artrosi sotto-astragalica
  • Artrosi medio-tarsica
  • Piede Cavo
  • Tallodinie e fasciti plantari
  • Degenerazioni tendinee e legamentose (s. del tibiale posteriore-lesione dello spring ligament complex)

Tecnica chirurgica e riabilitazione

Al trattamento chirurgico classico di queste patologie si è affiancato, negli ultimi anni, il trattamento mini-invasivo, in alcuni casi addirittura “percutaneo”. Questa tipologia di trattamenti permette, attraverso minime incisioni e grazie a strumentari dedicati, un recupero più veloce. In questi casi la chiave del successo è la scrupolosa selezione del paziente.

Patologie della caviglia

La caviglia è un’articolazione molto stabile e congruente, che risente gravemente di un’alterazione morfologica delle sue superfici articolari. Per tale ragione si assiste ad una degenerazione articolare severa in caso di traumi e condizioni che alterano tale congruenza. A differenza di quanto accade in altre articolazioni, la prevalenza dell’artrosi tibio-tarsica non è correlata all’età, ma piuttosto a condizioni post-traumatiche (all’incirca nell’80% dei casi). Si tratta quindi di pazienti giovani, con elevate richieste funzionali. In caso di degenerazione articolare diffusa l’obiettivo è proprio quello di risolvere la sintomatologia dolorosa e recuperare quanto possibile la funzione articolare. 

Le patologie più comuni

  • Degenerazione tendine di Achille 
  • Deformità Calcaneale (m. di Haglund)
  • Deformità post-traumatica in varo-valgo 
  • Lesioni cartilaginee degenerative
  • Artrosi tibio-tarsica

Tecnica chirurgica e riabilitazione

L’approccio moderno alla patologia degenerativa della caviglia è quello di ripristinare l’asse di carico articolare, tramite interventi osteotomici di calcagno o di tibia, e di stimolare la rigenerazione cartilaginea tramite trattamenti di medicina rigenerativa. Ma nei casi conclamati di osteoartrosi, necessariamente si deve procedere ad interventi più invasivi. Fino a qualche anno fa l’artrodesi, ovvero la fusione dell’articolazione, è stato l’intervento di prima scelta nei casi avanzati. 

A partire dagli anni ’70 è iniziata la sfida della sostituzione articolare di caviglia, che inizialmente ha mostrato risultati poco promettenti. Con il miglioramento dei design protesici, dei materiali e delle tecniche chirurgiche, si è raggiunto negli anni un buon grado di soddisfazione. Ad oggi la tecnica chirurgica “personalizzata” aiuta ad ottenere buoni risultati. 

Il recupero articolare avviene generalmente nell’arco di tre mesi, e resta comunque una sfida per il chirurgo poter restituire al paziente la completa funzione di questa complessa articolazione. Il paziente deve quindi essere ben informato circa la complessità del percorso terapeutico, le possibili complicanze ed i risultati raggiungibili.

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