L’artrosi è una condizione patologica cronica e progressiva, contraddistinta dall’usura irreversibile della cartilagine, il tessuto che riveste le ossa delle articolazioni fungendo da ammortizzatore. Quando la cartilagine è consumata le ossa sfregano l’una contro l’altra causando dolore e rigidità articolare.
L’usura cartilaginea è un fenomeno essenzialmente legato all’età. Tuttavia l’artrosi può verificarsi anche in pazienti giovani in seguito a traumi (artrosi post-traumatica) oppure a sovraccarico in persone che svolgono attività sportive o lavorative che implicano movimenti continui e ripetitivi a carico di un’articolazione.
Dai sintomi alla diagnosi
I sintomi principali sono il dolore e la rigidità articolare, più pronunciata al risveglio o dopo inattività (si riduce con il movimento).
Nelle fasi iniziali dell’artrosi il dolore peggiora con il carico (si manifesta durante il movimento articolare e dopo l’esercizio fisico) e tende a diminuire con il riposo e nelle ore notturne.
Con la progressione della malattia, tuttavia, la sintomatologia dolorosa può diventare costante e comparire anche quando si svolgono le normali attività della vita quotidiana oppure a riposo, determinando una riduzione della qualità di vita dei pazienti che ne sono colpiti, sino a diventare invalidante.
Al dolore si associano limitazioni funzionali a carico dell’articolazione colpita e, con la progressione del processo artrosico, possono manifestarsi deformità ossee permanenti.
La diagnosi di artrosi viene posta dallo specialista sulla base di un’attenta valutazione clinica e degli esiti di approfondimenti diagnostici quali l’esame radiografico, la risonanza magnetica (RM) o la tomografia computerizzata (TC), essenziali per valutare la localizzazione e il grado di progressione della malattia.
L’approccio conservativo
Quando l’artrosi è in fase iniziale è indicato il ricorso a un approccio conservativo. Per ridurre il dolore e l’infiammazione a carico dell’articolazione artrosica possono essere prescritte terapie farmacologiche per via orale (paracetamolo, farmaci antinfiammatori non steroidei) oppure trattamenti somministrati direttamente a livello articolare (infiltrazioni intra-articolari con acido ialuronico, che funge da lubrificante per l’articolazione, o in casi selezionati corticosteroidi).
Benefici significativi in termini di controllo del dolore e di miglioramento della funzionalità articolare possono essere ottenuti anche grazie alla fisiochinesiterapia.
Il trattamento chirurgico
Quando le strategie conservative non si rivelano soddisfacenti, l’articolazione è gravemente compromessa dall’artrosi in fase avanzata e il dolore e le limitazioni funzionali sono invalidanti, si rende necessario il ricorso alla chirurgia protesica, ossia a un intervento per la sostituzione dell’articolazione con componenti artificiali biocompatibili.
L’impianto protesico consente di tornare a condurre una vita pressoché normale, senza dolore né limitazioni nei movimenti.
In relazione all’età, allo stato di salute, alle caratteristiche e alle richieste funzionali del paziente (tipologia e livello di attività sportiva o lavorativa) valutiamo la strategia migliore in termini di protesi da utilizzare e di tecnica chirurgica, al fine di personalizzare il trattamento e proporre, caso per caso, la terapia più idonea.
In particolare, nella nostra pratica chirurgica effettuiamo interventi di sostituzione protesica di spalla, anca, ginocchio e caviglia.