Le strutture anatomiche che compongono l’articolazione del ginocchio sono sottoposte a numerose e costanti sollecitazioni (non solo negli sportivi) e sono particolarmente esposte a usura e a lesioni di varia natura.
Il nostro compito è saper analizzare queste problematiche e delineare la strategia più adatta ed efficace per far ritrovare ai nostri pazienti il benessere fisico e, di conseguenza, psicologico. A tal fine seguiamo un approccio ben definito: preservare, riparare, ricostruire.
Parola d’ordine: preservare
La nostra filosofia è ricorrere all’intervento chirurgico solo quando veramente necessario, preservando, ove possibile, la funzione delle strutture anatomiche esistenti.
È il caso dei menischi, due strutture fibrocartilaginee posizionate tra femore e tibia che svolgono funzioni strategiche per il ginocchio in termini sia di distribuzione del carico sia di stabilità articolare. Ragion per cui è necessario preservarne l’integrità.
La strategia di trattamento delle lesioni meniscali dipende dell’entità e dal tipo di danno. Nel caso di lesioni di natura degenerativa, un valido approccio è rappresentato dal trattamento conservativo, che sfrutta le potenzialità della fisioterapia per minimizzare le conseguenze negative dell’usura meniscale.
Il trattamento può essere unicamente conservativo anche nel caso di lesioni lievi a carico di un legamento, nell’ambito di un processo riabilitativo delle funzionalità motorie del paziente.
Nella nostra pratica clinica ci avvaliamo anche dell’applicazione al ginocchio dei campi elettromagnetici pulsati (CEMP) a bassa intensità, che rappresenta un trattamento molto pratico ed efficace, ove indicato, in grado di fornire sollievo dal dolore.
Non sempre, tuttavia, è possibile preservare una struttura anatomica danneggiata; talvolta si rende necessario ricorrere alla chirurgia riparativa (le suture meniscali) o ricostruttiva.
Chirurgia riparativa
Tutto ciò che si è rotto va riparato: questo è uno dei principi che applichiamo nel caso di lesioni a carico dei menischi.
In passato il menisco era considerato inutile e quando era lesionato veniva rimosso. Oggi invece, in virtù del ruolo essenziale riconosciuto ai menischi, se possibile ne evitiamo l’asportazione e procediamo invece alla riparazione, effettuando una sutura meniscale in artroscopia, un intervento chirurgico mini-invasivo.
Ovviamente ogni situazione clinica rappresenta un caso a sé che richiede un’attenta valutazione da parte del chirurgo ortopedico; non tutte le lesioni meniscali infatti sono candidabili alla sutura. In alcuni casi, per esempio se il fastidio continua a persistere dopo mesi dalla lesione oppure se la lesione è instabile e causa blocchi articolari, può essere necessario ricorrere ad altre opzioni chirurgiche, come la meniscectomia, per la rimozione della parte del menisco danneggiata.
Chirurgia ricostruttiva
La chirurgia ricostruttiva artroscopica dei legamenti del ginocchio può rendersi necessaria nel caso di lesioni gravi dei legamenti o di lesioni multilegamentose, ossia che coinvolgono più legamenti contemporaneamente. In quest’ultimo caso l’intervento chirurgico può avvenire simultaneamente su tutti i legamenti coinvolti oppure essere effettuato procedendo per singole sezioni, con periodi di recupero muscolare e articolare tra un intervento chirurgico e il successivo.
Per la ricostruzione legamentosa, il gold standard è rappresentato dall’utilizzo di tendini autologhi, ossia prelevati dal paziente stesso. Nell’impossibilità di avvalersi dei tendini del paziente (per esempio nel caso di lesioni multilegamentose, in cui vi è la necessità di ricostruire più legamenti, o di revisioni, se la persona è stata sottoposta in precedenza a prelievo tendineo) è possibile prendere in considerazione l’impiego di tendini di banca.
In definitiva, un’attenta valutazione delle lesioni che interessano le strutture anatomiche del ginocchio ci guida nella scelta della strategia più adatta a ogni singolo caso, seguendo comunque la nostra filosofia: preservare, riparare e ricostruire.