La protesi di ginocchio rappresenta oggi giorno il trattamento chirurgico definitivo nell’artrosi di ginocchio, o gonartrosi, a causa della completa usura delle superfici cartilaginee che rivestono il femore e la tibia. L’obiettivo della protesi è quello di ripristinare una corretta funzionalità del ginocchio, risolvere il dolore e assicurare al paziente il ritorno allo svolgimento delle sue attività quotidiane senza impedimenti. 

Il ripristino dei corretti assi anatomici e il mantenimento di un’adeguata stabilità legamentosa sono gli obiettivi per un miglior funzionamento della protesi e sono condizioni non sempre facili da raggiungere.

Nell’ambito della protesica di ginocchio un ruolo dirimente è l’allineamento delle componenti protesiche femorale, tibiale e rotulea. Nel corso dei decenni si sono susseguite diverse filosofie di allineamento. 

 

Allo stato attuale l’allineamento meccanico rappresenta il gold standard nella protesica di ginocchio. Tale filosofia si fonda su determinati principi finalizzati ad avere un carico dell’arto inferiore che sia neutro, ovvero equamente distribuito sul compartimento mediale e laterale femoro-tibiale. 

Questa filosofia non presuppone, pertanto, l’adattamento della protesi a parametri specifici del singolo paziente sia in termini ossei che legamentosi, creando, in alcuni casi, un’instabilità o eccessiva tensione sulle strutture legamentose che ovviamente si ripercuotono sul risultato finale e sulla soddisfazione del paziente. In tal senso, se da una parte ci sono numerosi studi clinici che confermano le ottime percentuali di sopravvivenza degli impianti a lungo termine, dall’altra studi recenti hanno enfatizzato alcune criticità. Su tutte il tasso di insoddisfazione dei pazienti, che si attesta ad un 15-20%, in cui, molto spesso, il paziente riferisce di “non sentire il ginocchio come prettamente suo”. Tale riscontro deriva dalla valutazione di parametri sia soggettivi che oggettivi e ha posto il dubbio all’interno della comunità scientifica ortopedica che l’alterazione della cinematica articolare, a volte drasticamente modificata nel caso di gravi deformità in valgo o in varo del ginocchio, possa essere alla base dell’insoddisfazione del paziente.

 

Sulla base di quanto detto S. Howell ha ideato una nuova metodica di allineamento delle componenti protesiche, ovvero l’allineamento cinematico. Diversamente dall’allineamento meccanico, la tecnica di allineamento cinematico mira ad un posizionamento delle componenti protesiche “personalizzato” per il paziente, ricreando la propria cinematica articolare del ginocchio e ristabilendo, conseguenzialmente, la naturale tensione delle strutture legamentose. 

 

Già dalle prime casistiche l’allineamento cinematico ha prodotto risultati di grandissimo interesse. Rispetto alla tecnica convenzionale ha fatto registrare punteggi notevolmente superiori.

Diversi studi recenti hanno mostrato come i tassi di soddisfazione superano il 92%, tant’è che sono numerosi i pazienti che quasi “dimenticano” il proprio ginocchio, ovvero che lo sentono perfettamente come se fosse il loro ginocchio nativo. Inoltre studi clinici internazionali che hanno valutato in maniera prospettica la sopravvivenza (durata) delle protesi di ginocchio impiantate con l’allineamento cinematico hanno evidenziato risultati entusiasmanti e confermato la sicurezza e l’efficacia di questa filosofia applicata alla protesica di ginocchio.

 

Dunque, l’utilizzo dell’allineamento cinematico rappresenta oggi un’ulteriore arma nelle mani del chirurgo ortopedico per raggiungere un ottimo risultato in termini sia di funzionalità del proprio di ginocchio che di soddisfazione espressa dal paziente.