La scelta del trattamento delle tendinopatie (o tendiniti) varia dalla semplice fisioterapia per poi passare alla terapia infiltrativa di vario genere, per finire al trattamento chirurgico in una piccola percentuale di casi. Mediamente la fisioterapia rappresenta la base del trattamento, che in rapporto alle necessità va integrata con gli altri tipi di terapia, infiltrativa o chirurgica.
Un breve cenno meritano le onde d’urto, che associate alla fisioterapia hanno dimostrato una buona efficacia clinica soprattutto nelle tendinopatie calcifiche.
PRP (Platelet-rich Plasma) funziona rilasciando una quantità soprafisiologica di fattori di crescita e citochine contenute nelle piastrine, direttamente tramite infiltrazione locale, per aiutare i processi di guarigione. È una metodica sicura e promettente nell’ambito della terapia rigenerativa di cui noi abbiamo ormai esperienza pluriennale. PRP nella nostra esperienza clinica ha un buon effetto nelle tendiniti acute e croniche. Analizzando la letteratura scientifica si evince tuttora una minor evidenza dei risultati, in alcuni distretti come la tendinite dell’achilleo, la cuffia dei rotatori della spalla e la fascite plantare; mentre si ha una buona evidenza di risultati nella tendinite laterale del gomito (oepicondilite o gomito del tennista) e nella tendinopatia del Rotuleo (o ginocchio del saltatore); N.B.: i vantaggi valutati negli studi si intendono su dolore e funzione, mediamente a 1, 3, 6 e 12 mesi.
Ma non tutti i PRP sono uguali, infatti esistono svariati tipi commerciali per la preparazione del PRP, dove le vere ed importanti variabili sono rappresentate dalla concentrazione piastrinica finale e la presenza o meno di leucociti (globuli bianchi); dalla valutazione dei tipi di PRP emerge che la miglior qualità di PRP viene ottenuta mediante un concentrato piastrinico di almeno 1 milione di piastrine per microlitro (circa 3-4 volte il normale), mentre per quanto riguarda il contenuto di leucociti è meglio utilizzare un PRP ricco di leucociti nelle tendinopatie, mentre il PRP povero di leucociti è più efficace nel trattamento sintomatico della patologia articolare degenerativa (artrosi), soprattutto del ginocchio; per questo motivo nella nostra clinica utilizziamo una metodica che ci permette di concentrare molto bene le piastrine e di poter scegliere se avere un PRP ricco o povero di leucociti.
L’acido ialuronico è una molecola chiave in diverse attività cellulari ed è normalmente presente nella matrice extracellulare di tendini e legamenti. Diversi studi clinici hanno dimostrato l’efficacia dell’acido ialuronico nel trattamento delle patologie tendinee, soprattutto sulla gestione del sintomo dolore. L’acido ialuronico viene utilizzato attraverso infiltrazioni peritendinee nelle patologie della cuffia dei rotatori, nell’epicondilite del gomito, nelle tendiniti del rotuleo e dell’achilleo con risultati simili, ma non duraturi nel tempo e senza funzione rigenerativa.
Il trattamento non chirurgico delle tendinopatie acute e croniche ultimamente si avvale sempre più spesso dell’utilizzo di “cellule staminali”, nella maggior parte dei casi prelevate da tessuto adiposo, molto più raramente da midollo osseo. Noi da diversi anni utilizziamo le “cellule staminali” da tessuto adiposo, sia per il trattamento delle tendinopatie che per l’artrosi non in fase avanzata, per la quale ricorriamo alla chirurgia protesica. I dati in letteratura nello specifico riportano ancora pochi studi umani e diverse tecniche di processazione delle “cellule staminali”, ma comunque molto promettenti.
Un recente studio clinico sull’utilizzo di “cellule staminali” derivate da tessuto adiposo, nel trattamento delle tendinopatie del tendine di Achille ha dimostrato un efficacia migliore, rispetto all’utilizzo del PRP, rendendo questo trattamento interessante soprattutto in quei pazienti che richiedono tempistiche brevi per il rientro all’attività quotidiana e soprattutto sportiva.
Risultati interessanti sono stati trovati anche sull’utilizzo delle “cellule staminali” nelle epicondiliti del gomito (gomito del tennista) e nelle lesioni della cuffia dei rotatori della spalla. In questi casi è stato dimostrato non solo un miglioramento della sintomatologia del paziente, ma anche una migliore qualità del tessuto riparativo.
Recenti studi inoltre dimostrano come l’utilizzo delle onde d’urto potenzi l’efficacia delle cellule staminali, aumentando la loro capacità di differenziazione tenogenica.
È importante dire che ad oggi in Italia non è possibile utilizzare “vere” cellule staminali, processate ed espanse in laboratorio. Quello che è consentito è l’utilizzo di concentrato di tessuto, detto nicchia cellulare o frazione stromale vascolare, ricca di cellule staminali ed altri componenti, compresi fattori di crescita. La differenza tra PRP e cellule staminali è che il primo contiene solo fattori di crescita, le seconde hanno un’azione più ampia, neuromodulatoria e immunomodulatoria.